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UNA PROTESTA ADEGUATA
con tutte le opzioni piÙ giuste e piÙ opportune

di S. P.

        Avvicinandosi il 24 Gennaio, alcuni cattolici, invece di darsi una mossa, di serrare le fila e mostrare compattezza, pensano a dividere mettendo in campo tanti dubbi, incertezze e critiche chiaramente fuori luogo e non di rado sintomo di quella vigliaccheria che si maschera di prudenza.    

        Nel nostro precedente articolo parlavamo con disapprovazione e disprezzo dei cattolici buonisti, ora non possiamo non ricordare i versi del Berchet nel Giuramento di Pontida:
                                                   "Se alcuno
                di dubbiezze ancora parla prudente,
                se in suo cor la vittoria non sente,
                in suo cuore a tradirvi pensò."
        Non ci sono mai piaciuti i combattenti pantofolai, quelli che delegano sempre agli altri qualunque azione, sì, perché (dicono) gli altri faranno meglio di loro, anche se (loro) sanno che gli altri faranno ben poco e con scarsi risultati: per loro quel che conta è che a combattere siano gli altri; loro, i pantofolai, scriveranno qualcosa, faranno qualche dibattito (preferibilmente ridotto a qualche battuta), e soprattutto faranno tanta critica, comoda, opportuna (meglio: opportunistica) e facile. Un impegno, il loro, che non fa sudare e che, soprattutto, non compromette e non disturba.
        No!!! cari cattolici. Noi siamo per la lotta, una lotta concreta e adeguata alle circostanze, che comprenda tutte le opzioni più giuste e più opportune: noi vogliamo combattere come dei veri soldati (perché divenuti tali col Sacramento della Cresima), come soldati che combattono non a condizione che ad ogni loro colpo si ottenga una vittoria, ma perché lo esige il dovere: la vittoria su questa terra per loro potrà anche non arrivare, arriverà quando Dio vorrà. Diceva S. Giovanna d'Arco: A noi la battaglia, a Dio la vittoria! Noi combattiamo con la ferma certezza che la vittoria sarà di Dio. Noi, se soccombiamo fisicamente nella lotta, di certo conseguiremo subito la palma della vittoria, la ricompensa eterna.

       

        Qualcuno pensa che fermare la rappresentazione con la protesta sia impossibile.

        Noi pensiamo che se qualche avvocato o giudice che si dice Cattolico prendesse l'iniziativa di chiamare in giudizio castellucci e company per blasfemia, ai sensi del vigente Codice Penale, la rappresentazione può essere fermata.
       

        Qualcuno dice: "Concentrare l’attenzione sul rispetto per Nostro Signore? La manifestazione sarà vista come una espressione di quattro poveri reazionari, sarà esecrata e condannata".

        Rispondiamo che noi vogliamo essere quei poveri e reazionari, che non temiamo di essere considerati espressione di quattro poveri reazionari: Viva la reazione! che non ci interessa il numero (perché con noi c'è sicuramente Uno che vale più di tutti i numeri di questo mondo).
        Certi giudizi non ci preoccupano, noi non pensiamo ai giudizi, pensiamo solo a fare il nostro dovere di soldati di Cristo: combattiamo e basta! che dicano di noi quel che vogliono.
Gesù ci assicura: "Beati voi, quando vi oltraggeranno, e mentendo, diranno di voi ogni male per causa mia;  rallegratevi ed esultate, perchè grande è la vostra ricompensa, nei cieli"
(Mt 5, 11-12);
"Beati, quando gli uomini vi odieranno e vi bandiranno dalla loro compagnia, e vi caricheranno di obbrobrio e ripudieranno come abominevole il vostro nome, per causa del Figliuol dell'uomo.  Rallegratevi in quel giorno e tripudiate, perchè il vostro premio sarà grande nei cieli" (Lc 6, 22-23)
       

        Qualcuno continua: "Criticare l’arte contemporanea di cui il teatro d’avanguardia è una forma espressiva fra le più decadenti? La protesta non è certo il metodo intellettuale più elevato per esprimere tale critica".

        Qui il qualcuno si sbaglia di grosso, è completamente fuori strada: la nostra protesta non vuole essere una critica d'arte, ma soltanto una difesa dei diritti di Dio e di milioni di cattolici che non vogliono essere offesi nella loro Fede!
    

       Qualcuno asserisce: "Qui servono proteste autorevoli e documentate [?]".

        Noi invece, pur auspicando e desiderando le proteste autorevoli, non deleghiamo niente a nessuno, non aspettiamo, facciamo la nostra parte, la nostra protesta. Sarebbe bene che finalmente ognuno facesse il proprio dovere, senza se e senza ma.
       

        Condividiamo molto di quel che Paolo Deotto dice in Riscossa Cristiana, ma con alcune precisazioni ed evidenziazioni:
      1) non vogliamo limitarci al "far chiasso":
vogliamo fare tutto quello che è in nostro potere, adeguatamente alle circostanze e agli attacchi;
        2) la guerra fatta di calunnie, di disinformazione e d'insulto noi non la facciamo, ma la
subiamo e... ce ne freghiamo: noi vogliamo combattere legalmente, onestamente, seriamente, veramente, realmente. Non abbiamo paura e non amiamo le pantofole.

        Mentre taluni pensano a discutere, ad essere parolai, i cristiani vengono ammazzati, il nostro Dio offeso e lapidato a colpi di cacca, con la scusa di una falsa cultura, vuota e inesistente, e di un'arte schifosa, zozzona e blasfema.
        castellucci dall'alto della sua cultura di m., con boria e spavalderia ci dà dell'ignorante: è il classico caso del bue che dice cornuto all'asino.
      Lo ringraziamo e lo lasciamo volentieri alla sua cultura, mentre noi ci teniamo orgogliosamente la nostra "ignoranza", la quale ci assicura che
vera cultura è conoscere, amare e servire Dio in questa vita e goderLo poi nell'altra, in Paradiso.
     
Noi vogliamo amare Dio, castellucci lo prende a cacca in faccia (letteralmente!): noi siamo ignoranti, castellucci è colto: VIVA L'IGNORANZA! Siamo orgogliosi della nostra ignoranza!

        Condividiamo infine le considerazioni di Paolo Deotto:
        1) A un evento eccezionale (l'offesa recata al Sacro Volto di Gesù) non si può dare una risposta "ordinaria".
        2) Le offese, tanto più quelle volgari e oscene, come in questo caso, sono uno strumento classico per “deprimere” l'avversario e per testarne le capacità di reazione.
      3) Esiste certamente il rischio di essere in pochi a manifestare. Ma di certo sarebbe molto più grave se decidessimo a priori di “non esserci”. Nostro Signore ci ha detto che è sufficiente essere in pochi riuniti nel Suo nome. Se a priori rinunceremo a protestare, non faremo che indurre i nemici della Fede a fare un altro passo, e poi un altro e poi un altro ancora...
      4) Rendiamoci conto che nel “civile” mondo occidentale non si sterminano i cristiani a colpi di mitra [almeno fino ad ora], come si fa, con scarso interesse della stampa, in altre parti del mondo. No, da noi si cancella la presenza cristiana, deridendola, lavorando giornalmente per rendere i cristiani timidi e silenti. Finiremo per abituarci? Tanti si sono già abituati.
        5) È assolutamente improprio voler delegare solo alla Gerarchia la protesta per l'oltraggio. I laici hanno il preciso dovere di diffondere e difendere la Vera Fede. Qui SIAMO TUTTI CHIAMATI IN CAUSA. Se oggi taciamo, domani non potremo lamentarci, quando ci sarà chi vorrà farci tacere.

Il dott. Colafemmina suggerisce opportunamente che "c’è da provocare: avrebbe il regista osato sostituire il volto di Cristo con quello di Buddha o di Maometto?"
      Quella che lui chiama provocazione noi l'abbiamo lanciata già da tempo come sfida (vendansi i nostri articoli del 15-11-2011 e del 3-1-2012). Ma non crediamo che il castellucci abbia il coraggio di accettare tale sfida: crediamo che se la faccia addosso al solo pensiero, e tanto è in linea con la sua arte di m.-

      In un’altra sua rappresentazione teatrale castellucci afferma: “Lucifero è l’artista ... il male è anche Dio, che è bene e male, tant’è che in alcune tradizioni è Lucifero il primo martire”: questa è pura professione di fede massonica! Queste sono bestemmie! E se per tanto non possiamo mettere castellucci al rogo, possiamo però chiudergli il teatro, negargli il palcoscenico, contestarlo... possiamo esigere che per la sua "arte" di m. e per le sue bestemmie non usino i sovvenzionamenti statali che milioni di cattolici pagano. Il Teatro Franco Parenti riceve infatti finanziamenti pubblici perché fa parte del Sistema Teatrale Milanese e di recente il Comune di Milano ha rifinanziato il sistema con 1.800.000 euro [circa tre miliardi e mezzo delle vecchie lire!]: poveri soldi nostri! Per di più in tempo di crisi! Non è bello buttare i soldi in opere di m., mentre tanti poveri cittadini muoiono di fame.

S. P.

Nota: castellucci non andrebbe menzionato né scritto, quando non se ne può fare a meno va riportato rigorosamente in minuscolo

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